Dal sito del Corriere della Sera www.corriere.it ripercorriamo i principali eventi delle Olimpiadi Romane del 1960. Qui di seguito solo alcune schede, ma ti consigliamo di leggere l’articolo completo al link https://www.corriere.it/sport/cards/roma-1960-l-olimpiade-simbolo-rinascita-italiana-berruti-bikila-benvenuti-cassius-clay-60-anni-fa-giochi-diventati-leggenda/sessanta-anni-fa-l-olimpiade-roma_principale.shtml25 agosto 1960, l’Italia trattiene il fiato emozionata. Sotto gli occhi del mondo iniziano allo stadio Olimpico i Giochi di Roma. Prima manifestazione post-bellica in un Paese che era stato sconfitto nella Seconda guerra mondiale. Evento che rappresentò molto per l’Italia di allora.
Fu infatti il simbolo della ricostruzione di una nazione. Sarà l’Olimpiade delle grandi infrastrutture, sportive e non; dei paesaggi suggestivi, dell’eleganza di atleti e spettatori, della rinascita italiana. A livello di immagine, di stile, di cultura. Ma soprattutto sarà l’Olimpiade dei grandi personaggi sportivi, destinati a segnare un’epoca, a distinguere fra un prima e un dopo. Atleti che diventeranno emblemi della propria era sportiva. Qui di seguito alcuni di questi atleti:
Abele Bikila, corse e vinse scalzo
10 settembre 1960, l’etiope Abeba Bikila vince la maratona correndo i 42.195 metri senza scarpe. Sarà la prima medaglia d’oro africana nella storia a cinque cerchi. Da atleta delle ex colonie fasciste, vince nell’Urbe davanti a un popolo italiano che aveva ancora nelle orecchie la retorica razzista del fascismo. Trionfa in 2h 15’16”: record del mondo, 25 secondi davanti al marocchino Ben Abdesselam. La sua corsa solitaria e «nuda ai piedi» — fra le luci del Colosseo a sera — entrano nella leggenda dello sport mondiale. Una grande affermazione per tutta l’Africa. Un simbolo che si ripeterà all’Olimpiade di Tokyo quattro anni dopo.Livio Berruti, il più veloce di tutti
Torinese classe 1939, questo atleta votato inizialmente al tennis e che si diede poi alla velocità — sui 200 piani — solo per caso, entra nella leggenda in un pomeriggio afoso. È il 3 settembre: Livio Berruti con il suo occhiale nero, in due ore scarse, prima corre la sua semifinale in 20.5, eguagliando il primato mondiale. Poi vince la finale nello stesso tempo, davanti all’americano Lester Carney (20.6) e al francese del Senegal Abdou Seye (20.7). Il riscontro del cronometro elettrico (ufficioso) segna 20.62 per l’italiano (nella semifinale era stato 20.65). Così diventa il simbolo di un’Italia di nuovo vincente. I suoi premi? Una 500 dalla Fiat, 800mila lire dal Coni per l’oro e 400mila per il record mondiale.Wilma Rudolph, la «gazzella made in Usa»
Bellissima e velocissima: Wilma Rudolph è il simbolo femminile dell’Olimpiade di Roma del 1960. Altissima e con le gambe lunghe, questa 20enne di Clarksville vince tre medaglie d’oro: nei 100 e 200 metri e nella staffetta 4×100. Ventesima di ventidue fra fratelli e sorelle, la piccola Wilma era stata affetta dalla poliomielite, rischiando di rimanere zoppa alla gamba sinistra. Anni dopo Berruti ammise una breve liaison con lei, che sarebbe scomparsa troppo presto. A soli 54 anni..Cassius Clay, ben prima di diventare «Ali»
Sono 15mila gli spettatori che affollano il nuovissimo PalaEur in quel 5 settembre 1960: per il titolo olimpico dei mediomassimi si affrontano sul ring il «Guanto d’oro di Louisville» Cassius Clay e il polacco Zbigniew Pietrzykowski. Il verdetto? 5-0 per il pugile afro-americano che, nei quattro precedenti incontri sostenuti durante la kermesse, non aveva mai ottenuto un punteggio diverso. Un percorso netto per il futuro Muhammad Ali che lasciava presagire ben altri trionfi. E infatti…Nino Benvenuti, nasce un mito
6 settembre 1960, un istriano comincia a entrare nel mito della boxe italiana: è il futuro Campione del Mondo dei pesi welter e medi, Nino Benvenuti (classe 1938). In semifinale ha già sconfitto il britannico Jimmi Lloyd, veloce e ambidestro. Poi la finale: Benvenuti affronta l’avversario russo Yuri Radionyak. Pronti via e Nino sferra un sinistro al corpo e un destro alla mascella del sovietico. A metà seconda ripresa Radionyak va giù e viene contato, il PalaEur esplode: la vittoria arriva puntuale. Un 4-1 per i giudici che regala a Benvenuti medaglia d’oro e trampolino di lancio verso una carriera straordinaria. Un mito degli anni ‘60.
FONTE e Articolo completo su https://www.corriere.it/sport/cards/roma-1960-l-olimpiade-simbolo-rinascita-italiana-berruti-bikila-benvenuti-cassius-clay-60-anni-fa-giochi-diventati-leggenda/sessanta-anni-fa-l-olimpiade-roma_principale.shtml
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