Il documentario “Progetto Albanus: dentro l’antico emissario” (Albanus project: inside the old emissary) di Massimo D’Alessandro, prodotto da A.S.S.O. e HYPOGEA, narra l’esplorazione ancora in corso dell’Emissario Albano, una delle più antiche testimonianze romane di ingegneria idraulica, ed è stato realizzato all’interno del “Progetto Albanus”, condotto in convenzione con il Parco dei Castelli Romani e con il Comune di Castel Gandolfo.
“Progetto ALBANUS: dentro l’antico emissario” di Massimo D’Alessandro è stato selezionato in concorso all’edizione 2020 del MEDITERRANEAN FILM FESTIVAL DI CANNES. Il festival sarebbe dovuto svolgersi nel mese di novembre 2020 ma a causa dell’emergenza Covid è stato posticipato al 2021.
Il documentario si è aggiudicato il terzo posto nei premi della Giuria al 7th International Documentary Film Festival of Ierapetra &Awards.
L’Emissario di Albano
La tradizione storica colloca l’emissario di Albano tra i più arcaici reperti documentati dell’opera cunicolare romana, secondo solo alla costruzione della Cloaca Massima. Ma non mancano ipotesi che attesterebbero la realizzazione dell’emissario in epoca ancora più antica, successivamente ripristinata dai romani.
Fu realizzato per regolare il livello del lago di Albano, privo di un emissario naturale, in caso di eccessivo innalzamento delle acque, rendendo abitabili e coltivabili le rive del lago.
L’emissario del lago di Albano (o di Castel Gandolfo) è il più noto e forse la più antica fra le strutture costruite ai Colli Albani per la regolamentazione delle Acque.
Le prime esplorazioni risalgono al 1955 e da allora si sono succeduti vari tentativi di percorrenza dell’intero percorso.
La fase esplorativa del Progetto Albanus, promosso e condotto dalla Federazione Hypogea è iniziata nell’estate 2013. Nel 2013 l’incile si presentava sommerso di vegetazione spontanea. Un primo intervento degli operatori del Parco Regionale dei Castelli Romani, al quale ha fatto seguito la giornata di ripulitura straordinaria promossa da Hypogea in occasione della manifestazione “Puliamo il Mondo – Puliamo il Buio”, ha riportato l’area in condizioni ottimali per consentire l’inizio delle esplorazioni.
Nel marzo 2015 i risultati preliminari dello studio sono stati presentati al Congresso Internazionale di Speleologia in cavità Artificiali Hypogea2015 che si è svolto a Roma (Sala Marconi del CNR e sala Pietro da Cortona Musei Capitolini)
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