Anche oggi abbiamo il piacere di ospitare un pezzo che ci è stato inviato dalla D.ssa Francesca La Mattina della Innovation Lab Srl. Come già descritto le precedenti volte, la D.ssa La Mattina è un DPO (Data Protection Officer) esperta nel settore GDPR e Privacy.
Il Grande Fratello
Il mondo distopico orwelliano si è perfettamente realizzato. Nel suo libro 1984, lo scrittore inglese George Orwell, ha anticipato molte delle contraddizione della nostra epoca.
Ormai l’utilizzo diffuso e massivo della videosorveglianza, il controllo e la privacy, l’onnipresenza delle telecamere, anche in ambienti privati, sono la nostra normalità e di conseguenza non ci prestiamo più la dovuta attenzione.
Nei luoghi pubblici siamo circondati da “occhi” utilizzati come strumenti di sicurezza urbana, dotati di tecnologia intelligente con un potenziale sempre più invasivo. Nelle stazioni e/o luoghi di elevata affluenza di pubblico i manifesti pubblicitari sono corredati di telecamere che registrano il livello di gradimento ai cartelli pubblicitari proposti, la fascia di età, il genere, il tempo di sosta.
Nelle nostre private abitazioni ci circondiamo di oggetti che monitorano e registrano gli ambienti in cui viviamo, le nostre abitudini, le nostre scelte personali. Pensiamo ad esempio ai robot aspirapolvere che mappano i nostri ambienti domestici corredati di immagini, di dimensione e di una precisa localizzazione; o pensiamo ancora a tutti gli dispositivi informatici che registrano i nostri volti attraverso riconoscimento facciali, etc.
Un incalcolabile volume di dati personali che ci riguarda e su cui moltissimi soggetti lucrano. Se siamo fortunati sono grandi aziende multinazionali, che commerciano sulla profilazione dei nostri dati, se ci va male sono cyber criminali collocati anche dall’altra parte del mondo che raccolgono dati che ci riguardano a fini illeciti. Come possiamo tutelarci?
Per prima cosa dobbiamo disabituarci a non osservare. Il legislatore europeo attraverso il GDPR ha dato indicazioni molto precise in merito, le informative che ci vengono fornite o i consensi che ci vengono richiesti devono contenere in maniera puntuale e precisa tutte le informazioni relative ai nostri dati personali , le finalità per le quali possono essere trattati, le basi giuridiche, i soggetti coinvolti, modalità di trattamento destinatari, i tempi di conservazione e i dati di contatto del Titolare del trattamento.
Una attenta presa visione non può più essere ritenuta una mera perdita di tempo, devono essere considerati il primo necessario passo per la difesa e tutela dei nostri diritti.
La rivista online di Diritto Tecnologia ed Informazione Interlex nel 2001, quando era ancora in vigore la legge 675/96, scriveva e definiva sindrome del pesciolino rosso : “Non è piacevole sentirsi osservati, spiati, controllati da ogni parte, come un pesciolino rosso nella boccia di vetro. Eppure è la realtà: siamo costantemente tenuti sotto controllo da una enorme quantità di occhi e di orecchie, pubblici e privati .”
In sintesi bisogna agire consapevolmente per invertire ciò è già tristemente in atto e che con le sue parole Orwell ha correttamente profetizzato:
“Dissimulare i propri sentimenti, controllare i movimenti del volto, fare quello che facevano gli altri, era una reazione istintiva.”
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