👻 I Sussurri dalle Mura

Roma, di giorno, è un turbine di luce e vitalità. Di notte, però, quando i sampietrini si raffreddano e il traffico si dirada, la città indossa il suo mantello più enigmatico. Le sue antiche architetture si fanno scenario di un teatro in cui i protagonisti non sono vivi, ma anime prigioniere di passioni, ingiustizie e vendette risalenti a secoli fa.

Al di là della celebre Beatrice Cenci (la cui testa mozzata si dice appaia a Ponte Sant’Angelo l’11 settembre) e della Pimpaccia (Donna Olimpia Maidalchini, che sfreccia sul suo carro fantasma), la Capitale è popolata da una galleria di spettri meno conosciuti, ma ugualmente carichi di un destino tragico.

💔 La Disperazione della “Bella Lorenza” e l’Eremita Alchimista

Una delle storie più struggenti e complesse è quella che lega due figure eccentriche e maledette del Settecento romano: il celebre alchimista, avventuriero e guaritore Alessandro, Conte di Cagliostro (al secolo Giuseppe Balsamo), e sua moglie, Lorenza Serafina Feliciani.

La loro vita fu un turbine di intrighi e lusso, finché la loro bolla di magia e inganni non scoppiò. A spingerli alla rovina fu proprio Lorenza che, stanca delle violenze del marito, lo denunciò per eresia e pratica della magia. Cagliostro fu arrestato in Piazza di Spagna e condannato, non a morte, ma al carcere a vita nella Rocca di San Leo, dove morì in una cella senza porta. Lorenza, pur assolta dal coinvolgimento nelle sue truffe, visse per anni reclusa in un convento e morì povera, tormentata dal rimorso di aver tradito l’uomo che, nonostante tutto, aveva amato.

📍 L’Apparizione: Il Rimpianto nel Vicolo

Si narra che l’anima straziata di Lorenza si aggiri ancora, velata e piangente, nei vicoli stretti tra Piazza Farnese e Piazza Sant’Apollinare, in particolare nel Vicolo delle Grotte, dove la coppia visse un tempo in felice (seppur discutibile) armonia. Il suo lamento è un sussurro di pentimento. Alcuni testimoni giurano di sentire, in quelle stesse ombre, le risate macabre di Cagliostro, forse beffarde, forse intrise di un doloroso rimprovero che echeggia ancora per la città.

🔪 Mastro Titta: Il Boia Girovago di Ponte Sant’Angelo

Se il ponte che conduce a Castel Sant’Angelo è famoso per Beatrice Cenci, la sua ombra più oscura è il boia: Giovanni Battista Bugatti, noto come Mastro Titta. Per quasi 70 anni, dal 1796 al 1864, fu l’esecutore ufficiale dello Stato Pontificio, il macellaio al servizio dei Papi, con un conteggio di oltre 500 esecuzioni.

Mastro Titta era un uomo piccolo ma temuto, sempre impeccabilmente vestito con il suo mantello rosso scarlatto per non macchiarsi di sangue. Viveva nel rione Trastevere, attraversando il Tevere solo per le esecuzioni.

🚬 L’Apparizione: Il Tabacco del Condannato

Si racconta che il suo fantasma appaia nelle vie che portano al luogo delle esecuzioni (spesso proprio Ponte Sant’Angelo o Piazza del Popolo), ma con una sinistra peculiarità: si materializza poco prima dell’alba e offre un pizzico di tabacco ai malcapitati che incrocia. Questo gesto, apparentemente innocuo, era l’ultimo atto di carità che il boia faceva ai condannati a morte prima di adempiere al suo truce dovere. Incontrare Mastro Titta di notte, e accettare il suo tabacco, sarebbe un presagio nefasto.

💀 Il Fantasma di Mimo: L’Anima Senza Pace del Foro di Traiano

Un’ombra meno celebre, ma profondamente radicata nella storia più antica, si aggira vicino ai Fori Imperiali. Si tratta dello spettro di un mimo, un artista teatrale dell’età imperiale. Si racconta che questo uomo fosse un artista di grande talento, ma anche di indole estremamente litigiosa e invidiosa.

La leggenda più diffusa narra che, dopo una lite feroce con un rivale che lo aveva superato in bravura o popolarità, il mimo sia stato brutalmente assassinato e il suo corpo nascosto tra le grandi rovine del Foro di Traiano. Non avendo ricevuto degna sepoltura, la sua anima fu condannata a vagare per sempre.

🎭 L’Apparizione: Le Voci e il Pianto Senza Corpo

Nelle notti particolarmente silenziose, soprattutto in quelle di tramontana quando l’aria è più fredda e l’eco si propaga meglio tra le colonne dei mercati e della Basilica Ulpia, c’è chi afferma di sentire strani suoni provenire dalle fondamenta del Foro. Non sono sussurri o lamenti, ma frammenti di voci recitanti e risate grottesche, come se una rappresentazione si stesse svolgendo sotto terra. Talvolta, questi suoni sono interrotti da un improvviso e disperato pianto sommesso, il segno che l’anima del mimo è eternamente frustrata, incapace di uscire dalle rovine per ritrovare il suo palco.

⚰️ La Sposa di Strada Giulia: L’Abito Bianco e la Follia

Un’altra storia di profonda tristezza si nasconde nei dintorni della rinascimentale Via Giulia, una delle strade più eleganti e malinconiche di Roma. Qui aleggia il fantasma di una giovane sposa.

Nel Seicento, si narra che in una delle ricche dimore della strada vivesse una nobildonna, sposata per convenienza a un uomo molto più anziano che la trascurava. Poco dopo il matrimonio, il marito le regalò una spilla tempestata di diamanti, un gioiello di inestimabile valore. Pochi giorni prima di un importante ballo, il gioiello svanì misteriosamente. Convinta che il marito, per punirla, avesse nascosto il monile, la donna cadde in uno stato di agitazione e follia. Si racconta che, ossessionata dalla ricerca, morì di stanchezza e disperazione senza mai smettere di cercare la spilla perduta.

💍 L’Apparizione: La Notte del Rituale Perduto

Si dice che il suo spettro si manifesti ancora, soprattutto nelle ore notturne, lungo Via Giulia. È una figura eterea vestita con un abito da sposa ormai ingiallito e lacerato, e i suoi passi sono silenziosi e veloci. La sposa fantasma non cerca la pace, ma l’oggetto del suo tormento. I più sensibili raccontano che, quando il suo spettro passa, si avverte un fugace ma intenso profumo di fiori d’arancio appassiti e un gelido brivido, accompagnato dal flebile tintinnio di un metallo che sbatte contro la pietra, il rumore disperato della spilla che non troverà mai.

Roma, insomma, non è solo una città di rovine visibili, ma anche un archivio di anime che non hanno mai trovato pace. Passeggiare nei suoi vicoli dopo mezzanotte è un atto di rispetto silenzioso per chi, a causa di drammi troppo grandi, non ha mai potuto varcare definitivamente la soglia del tempo.

Condividi Ora
  • Tutte
  • Arte & Cultura
  • Cibo
  • Curiosità
  • Eccellenze del Lazio
  • Eventi
  • Famiglie
  • Istituzionale
  • Meteo
  • Moda
  • Musica
  • Natale
  • Natura
  • News
  • Politica
  • Scienza
  • Spettacolo
  • Sport
  • Storia
  • Tecnologia
  • Tradizione
  • Turismo
  • Week End
    •   Back
    • Libri
Load More

End of Content.